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ROBERTO BENATTI

ROBERTO BENATTI cantautore italiano

contrabbassista scala

aspettando ribot

canzoni

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CHI SONO

Nato a Lecco, si approccia agli studi musicali in adolescenza, mentre frequenta ragioneria, grazie alla passione per la musica indipendente degli anni ’90 maturata attraverso le cassette passategli sotto banco dal suo insegnante di economia aziendale. Fonda una band, i Clerici Vagantes, con altri contabili improbabili e, grazie a questa esperienza, decide di abbandonare i conti per iscriversi al conservatorio di Milano dove si diploma nel 2001 in contrabbasso e al liceo musicale. Nel 2005 entra a far parte dell’Orchestra del Teatro alla Scala; da allora svolge la professione di contrabbassista d’orchestra nel teatro milanese.  In ambito classico, inoltre, collabora con gli Esecutori di Metallo su Carta, incide regolarmente per l’etichetta discografica 19’40’’ di Sebastiano De Gennaro, Enrico Gabrielli e Francesco Fusaro,  fonda insieme all’inseparabile percussionista De Gennaro il Micro Collettivo Pisolini, ed è l’autore delle Situazioni di Contrabbasso, l’opera vista dal basso, serie di video divulgativi, disponibili in rete, che raccontano il mondo dell’opera attraverso il punto di vista più basso, quello del contrabbassista nella buca d’orchestra.

L’amore per la canzone d’autore lo porta a partecipare, nelle vesti di esecutore e arrangiatore, a diversi spettacoli teatrali sulle musiche e la poetica di Fabrizio De André e a scrivere e cantare accompagnandosi con la chitarra, strumento amato e da lui inseparabile; da un gruppo di canzoni scritte tra il 2022 e il 2023, nel quale confluiscono i suoi diversi interessi,  il cantautorato, la letteratura e la poesia,  è nato un disco, Aspettando Ribot.

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ASPETTANDO RIBOT

Ma il cavallo superlativo – quello che non solleva polvere e non lascia tracce - è qualcosa di evanescente e fuggevole, elusivo come l’aria impalpabile.

Apologo taoista raccontato in J.D. Salinger, Alzate l’architrave, carpentieri.

 

Ho vissuto, per tre anni, a fianco dell’Ippodromo di San Siro. Eppure, non so per quale ragione, dalla mia finestra al primo piano, che permetteva di superare con lo sguardo il muro che si alza tra via Diomede e le piste, non si è mai visto un cavallo. Ciò nonostante, ogni giorno, una squadra di operai si dedicava alla cura dell’erba, dei percorsi, degli ostacoli. E pensavo a quanto sia giusto provare a fare le cose bene, pur sapendo che il migliore di tutti i cavalli, il cavallo superlativo, forse non tornerà mai più.

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TU DOVE SEI

El mundo era tan reciente, que muchas cosas carecían de nombre, y para mencionarlas había que señalarlas con el dedo.
Gabriel García Márquez, Cien Años de Soledad.
Al liceo musicale c’era una ragazza che mi piaceva molto, si chiamava Silvia. Avevo la sensazione, direi la certezza, che anch’io le piacessi; che ci fosse un amore reciproco da entrambi non confessato a causa delle nostre timidezze e insicurezze. Poi il liceo è finito, e dall’ultimo giorno di scuola a quando l’ho rivista sono trascorsi vent’anni. Le ho rivelato quanto avevo sempre pensato, e lei, sorridendo, mi ha detto che in realtà al liceo non solo non mi amava affatto, ma che di me ricordava solo, vagamente, il cognome. Dopo questo incontro sono successe un po’ di cose e, anche se ora è la mia compagna, Silvia continua, ostinatamente, a chiamarmi con l’unica cosa che, prima di rincontrarci, ricordava di me: il mio cognome.

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